San Benedetto da San Fratello detto il Moro: La Vita


San Benedetto da San Fratello - Uomo senza frontiere venerato in tutto il mondo"Comitato

Sito web a cura del "Comitato festeggiamenti San Benedetto il Moro" San Fratello (ME).

martedì 29 settembre 2020

L' Africa in Italia tra incontri, scontri e rimozioni sull'esempio di San Benedetto il Moro.

A cura di Igiaba Scego il seminario si terrà a Milano nelle giornate del 17 - 18 Aprile 2021.

Pasta, pizza, spumante hanno in comune di essere tutti prodotti made in Italy. Ma molti italiani e italiane non conoscono l’esistenza di un santo, vissuto nel XIV secolo, che è ancora più made in Italy della pizza. Il santo in questione, Benedetto il Moro, fu beatificato dopo tre tentativi il 4 maggio 1807 ed ha una storia peculiare che oggi sta riemergendo dall’oblio in cui era finita.

La storia del culto di Benedetto parte dal Mediterraneo e, attraversando l’Atlantico, arriva nelle terre del continente americano. Benedetto era di San Fratello, un paese in provincia di Messina, dove ancora nella sua epoca si parlava un dialetto lombardo. Era figlio di schiavi etiopi e portava su di sé una plurime appartenenza: nera, siciliana, longobarda. I processi di beatificazione iniziarono presto, perché era volontà delle élite spagnole, al potere in Sicilia, di avere un santo nero per rendere la popolazione nera schiavizzata più mansueta. Volevano dare agli schiavi in Sud America, continente in gran parte sotto il loro dominio, un esempio di sottomissione al potere bianco. I piani però non andarono secondo la volontà delle élite: Benedetto fu subito adottato dalla popolazione nera, ma non perché fosse stato uno schiavo accomodante, bensì perché vedevano nella sua mansuetudine un’arma passiva che il santo usava per difendersi dalla schiavitù.

Igiaba Scego, scrittrice, curatrice del seminario
Essere calmi, mansueti, accomodanti non significava essere, come dirà poi Malcolm X in una sua famosa frase, un house nigger, un “negro addomesticato”, bensì trovare in quella mansuetudine una maschera per sopravvivere. La “seconda vita” di Benedetto di fatto passa da un continente all’altro, dal Brasile alla Sicilia fino al Mozambico. Oggi, con la crisi nel Mediterraneo e l’arrivo dei rifugiati, Benedetto è ritornato nella sua Sicilia per diventare il santo dei profughi, il simbolo cristiano che mancava in una storia, quella delle frontiere chiuse, fatta di sofferenza e paure. Benedetto è uno degli africani italiani le cui vite verranno esaminate nel corso. Attraverso i personaggi si toccheranno varie epoche storiche fino ad arrivare ai giorni nostri. Oltre a quella di Benedetto, verranno esaminate altre presenze nere in Italia fino ai giorni nostri. Giulia, Alessandro, Fatima, Khadija, Manuel, Esther, Mario ci prenderanno per mano e ci faranno capire cosa significasse ai loro tempi essere neri in un Paese come l’Italia, una penisola al centro di un mare in tumulto, ponte ideale tra Europa e Africa.

Attraverso questi personaggi potremmo dare risposte nuove a quesiti eterni come razzismo, identità, resilienza, cittadinanza, pluralità, potere. Una storia che arriva fino ai giorni nostri e che ci farà scoprire un’Italia che non sospettavamo esistesse.

Programma indicativo 

SABATO 17 aprile 2021

Ore 9.30-12.30 Presenze africane nell’Italia antica: San Benedetto il Moro, Alessandro e Giulia de’ Medici.

Ore 14.00-15.30: Introduzione storica al colonialismo italiano.

Ore 16.00-17.00 Faccette nere: canzoni, propaganda, esposizioni.

Ore 17.30-18.00 Discussione.

DOMENICA 18 aprile 2021

Ore 9.30-12.30 Presenze nere nel Dopoguerra: sport, musica, cinema.

Ore 14.00-15.30 Caso di studio: I ragazzi di Piazza Mancini.

Ore 16.00-17.00 Letteratura (Cristina Ali Farah, Gabriella Ghermandi, Le Future).

Ore 17.00-18.00 Afroitaliani o africani italiani? Un dilemma terminologico.

Fonte: AfricaRivista.it

Nessun commento:

Posta un commento