Il fotografo vive tra Parigi e l’Africa: «Indagando sulla schiavitù ho lavorato su me stesso. Ora sono sulle tracce di Binidittu, il primo santo nero afro-siciliano»
Recita un proverbio africano: «Finché non ci sarà chi racconta le storie dalla parte dei leoni, esisterà la sola gloria dei cacciatori». Il fotografo torinese Nicola Lo Calzo sta riscrivendo la storia dalla parte del leone. Dal 2010 ha intrapreso una lunga peregrinazione fotografica attraverso l’Africa, i Caraibi, l’Europa e le Americhe sulla rotta della tratta degli schiavi. Cham è il titolo di un progetto artistico, politico, antropologico che si evolve sulla prospettiva della diaspora africana. La sua controstoria è oggetto dell’attenzione di molti musei nel mondo, di grandi giornali internazionali da Le Monde al New Yorker e sarà al centro dell’incontro Foto-Talk giovedì sul canale Instagram di Camera. Si affronterà l’ultimo capitolo di Cham, Binidittu, realizzato in Sicilia.
Chi è Binidittu?
«Benedetto Manasseri fu il primo santo nero, afro-siciliano,
conosciuto come San Benedetto il Moro. Nacque nel 1524 come uomo libero da una
coppia di schiavi. La Sicilia riforniva di zucchero il bacino del Mediterraneo
anticipando il modello della piantagione schiavista americana. La sua fama
religiosa di guaritore era fortissima sia in Sicilia che nelle Americhe, ma il
suo era un culto scomodo che la Chiesa fece scomparire. Il popolo lo voleva
santo e il primo processo per la canonizzazione fu nel 1591, l’ultimo nel 1807.
È una figura fondamentale per testimoniare che la presenza dei neri su questa
nostra terra non è di oggi».
Giovedì 14 maggio alle ore 18.30 sul canale Instagram di Camera – @cameratorino – è in programma il sesto appuntamento con le dirette della rubrica Foto-Talk, a casa dell'artista. Sarà proprio il fotografo torinese Nicola Lo Calzo ad essere l’ospite della diretta e verrà intervistato dalla registrar e curatrice di Camera, Monica Poggi.
Attento alle dinamiche di costruzione dell’identità e della memoria
collettiva, Lo Calzo utilizza la fotografia per documentare ciò che rimane del
colonialismo, dello schiavismo, della resistenza ad esso e dei processi che
hanno portato alla sua abolizione.
Nel suo andare alla ricerca dell’eredità della diaspora africana e della
schiavitù, con il suo progetto Cham, ha viaggiato dalle rive dell’Africa
occidentale, alle periferie di Port-au-Prince (Haiti), alle cime montagnose
della Guadalupa, ai quartieri dimenticati della New Orleans, sino alle sponde
del fiume Maroni e ai faubourgs di Santiago di Cuba, raccogliendo gli echi di
un passato coloniale che perdurano ancora oggi.
Il suo viaggio è continuato sulle sponde del Mediterraneo nel suo più
recente progetto Binidittu. Il titolo del progetto è l’appellativo dialettale
attribuito a San Benedetto il Moro nato in provincia di Messina da schiavi
africani agli inizi del 1500. Visse e morì in Sicilia come frate eremita
(1524-1589) e alla sua morte, il culto del frate afro-siciliano aveva già
attraversato gli oceani, per diventare un’icona: il protettore per antonomasia
degli afro-discendenti in America Latina. Il progetto Binidittu, che Lo Calzo
ci racconterà durante la diretta Instragram, ha l’ambizione di contribuire alla
riscoperta dell’uomo Benedetto e dei valori simbolici, di riscatto ed
emancipazione, a lui attribuiti nei secoli e, recentemente, riscoperti dai
siciliani.
Fonte: Corriere della Sera e TorinoToday
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