San Benedetto da San Fratello detto il Moro: La Vita


San Benedetto da San Fratello - Uomo senza frontiere venerato in tutto il mondo"Comitato

Sito web a cura del "Comitato festeggiamenti San Benedetto il Moro" San Fratello (ME).

domenica 3 agosto 2014

Speciale Festeggiamenti San Benedetto il Moro ad Acquedolci

3° Appuntamento. San Benedetto esempio di integrazione e accoglienza.
Di Acquedolci Politica.
Tra schiavi e miseria, il popolo sanfratellano dei inizio '500 è schiacciato da un'impalcatura sociale rigida che al vertice ha le più ricche famiglie spagnole che reggono il loro potere sulla popolazione più povera. La situazione sul nostro territorio e nella San Fratello del '500 è ancora quella di una società feudale, nonostante in tutta Europa sia ormai diffusa e prospera la mentalità e il fervore artistico rinascimentale.
Le condizioni del popolo erano di generalizzata miseria, diffuso analfabetismo, povertà e malattie .Spesso esplodevano epidemie di colera,le condizioni igieniche erano disastrose e la zona di Acquedolci era infestata dalla malaria. 
Dovette essere in questo periodo che i genitori di Benedetto furono al servizio di un ricco signore di S. Fratello, un tale Vincenzo Manasseri.

A tale origine africana e al colore della pelle di Benedetto si deve perciò l'appellativo "Moro" o "Nero" con cui Benedetto venne indicato sin da ragazzo e poi da grande, ed è sicuramente questo il motivo per cui si diffusero velocemente la devozione ed il culto verso di lui in varie nazioni d'Europa, Spagna e Portogallo, Sud America, Argentina, Perù, Venezuela, Messico, Brasile, Stati Uniti.. divenendo dappertutto il protettore delle popolazioni di colore, invocato come S. Benito da Palermo, patrono degli immigrati e dei discriminati per motivi di razza.

La storia che vi stiamo raccontando entra nel vivo con un contratto, il nobile signore Larcan cedette una delle sue schiave, di nome Diana, a Vincenzo Manasseri, ricco possidente sanfratellano. Questa schiava andò sposa a Cristoforo,servo fedelissimo e diremmo noi oggi "uomo di fiducia" del Manasseri. Questa situazione era una vera e propria fortuna per l'acquirente. La madre schiava avrebbe infatti messo al mondo altri schiavi,altra forza lavoro da poter utilizzare per i lavori più duri. Cristoforo e Diana, uniti in matrimonio secondo la religione cristiana, avevano deciso però di non avere figli, perchè non volevano mettere al mondo altri schiavi. A questo punto qualche cosa di insolito accadde, perchè il ricco Manasseri, secondo la storia ufficiale, avrebbe concesso alla coppia un grande beneficio. Grato per la loro devozione e onestà ,promise che nel caso in cui fosse nato dalla coppia un bambino sano di sesso maschile lo avrebbe reso liberto alla nascita,cioè libero, non schiavo, trattandolo alla pari di un figlio proprio sia per educazione sia per dote. Il Manasseri promise che il bambino avrebbe avuto il suo stesso cognome e una dote. Purtroppo i registri sono andati perduti durante la frana del 1922, e la data di nascita di Benedetto Manasseri non è precisa. Secondo alcuni Benedetto nacque il 17 settembre del 1524. Ma molto probabilmente la data del 17 settembre non è la data della nascita del santo. Si sa con precisione che nella Matrice Santa Maria Assunta di San Fratello, un bambino di nome Benedetto,figlio di Cristoforo e Diana, veniva battezzato da Vincenzo Manasseri, il ricco signore che affrancò dalla condizione di schiavo Benedetto mantenendo la promessa fatta ai suoi genitori schiavi. Il bambino ricevette una buona educazione cristiana dai genitori e dal Manasseri che cominciò a trattarlo come un figlio. Rimase tuttavia analfabeta perchè sin da piccolissimo venne abituato alla sorveglianza delle greggi e delle mandrie (la sua dote) donategli del suo benefattore. A quanto pare sin dall'infanzia il piccolo Benedetto si rivelò abbastanza intelligente e carismatico, talmente vispo e abile da meritare che il benefattore cominciasse a fidarsi ciecamente di lui e gli procurasse il lavoro impegnandolo a custodire animali nei suoi campi, come suole fare un padre con il proprio figlio. Eppure Benedetto, a causa della sua "diversità" nel colore della pelle veniva spesso umiliato e preso persino a pietrate dai coetanei. Il giovane Benedetto era abbastanza invidiato perchè seppur "nero" e considerato di razza inferiore, era libero, possidente di una mandria,di un piccolo gregge e di alcuni cavalli e aveva probabilmente alcuni collaboratori al suo servizio. Era un uomo libero e ricco per l'epoca. Immaginare un giovanissimo Benedetto a cavallo che in dialetto galloitalico dà le disposizioni necessarie per organizzare la mungitura e la transumanza, sembra davvero inusuale. Eppure è questo il Benedetto che se potessimo tornare indietro al 1540 circa incontreremmo per le campagne di San Fratello.
Esile e minuto, appena un metro e mezzo di altezza, un agilissimo mandriano come ancora oggi capita di vedere lungo i boschi e per le campagne dei nostri paesi.Nonostante la sua posizione, il giovane si dedicava di nascosto a fare del bene e spesso di nascosto si dedicava alla preghiera dimenticandosi di svolgere il suo lavoro. Un ragazzo "un pò strano" diremmo noi oggi.. lo dicevano anche ai suoi tempi e di certo Benedetto aveva un rapporto non facile all'interno della società piena di pregiudizi e chiusure che lo circondavano. Il giovane pastore,per sfuggire alle offese e alle umiliazioni si rifugiava perciò nella preghiera e col tempo si sentì attratto ad una vita di raccoglimento e solitudine, trascorrendo ore e ore nel silenzio delle campagne con le sue mandrie.

Nei boschi e tra le campagne di San Fratello, a quanto pare mentre fa pascolare le greggi, Benedetto comincia a pregare intensamente per ore, giorni.Ma accade qualche cosa che fa scattare in questo uomo la decisione di lasciare tutto. L'incontro con un certo Girolamo Lanza che, da nobile e ricco che era, aveva lasciato la famiglia e le ricchezze, vivendo con spirito francescano da eremita in una località non lontano da S. Fratello, nei pressi di Caronia. Benedetto comincia ad ascoltare, a pregare,sente parlare di Francesco d'Assisi, che da ricco aveva lasciato tutto e aveva abbracciato i lebbrosi e i poveri. Sente le storie legate ai grandi eremiti del territorio, Calogero, Cono, Nicolò .Rimane affascinato dall'invito che Cristo stesso aveva dato ai discepoli «Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».(Mc.8.34b ). (Continua...)

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