Nell'anno 2014 si ricordano i 425 anni dalla morte di San Benedetto. Ecco alcune curiosità sulle ultime ore di vita di Benedetto.
Ricorre quest’anno,
il 425° anniversario della morte di San Benedetto il Moro. Il 4 Aprile 1589
infatti Benedetto salì al cielo. La fama di santità che
era stata tanto diffusa durante la sua vita, si accrebbe dopo la morte.
Benedetto nel mese di
febbraio 1589 si ammalò, i frati vista la gravità del male chiamarono il suo
intimo amico, il Signor Giandomenico Rubiano, senatore della città, il quale
subito accorse. Benedetto vedendolo preoccupato gli disse: "Per questa volta
piace al Signore che io scampi questa infermità, però all'altra mi partirò da
questa vita, e sarà presto perchè ho già finito il mio tempo".
Difatti quella volta
guarì, ma non passò un mese e, avendo il male ripreso virulenza, Benedetto di
giorno in giorno deperiva.
I frati tutti lo
servivano, ma egli non voleva che si preoccupassero, sapendo per particolare
rivelazione che era prossima l'ora di unirsi con il suo amato Signore.
Il Padre Superiore
una volta visitandolo gli disse: "Oh! messere, gran travaglio avremo il
giorno della vostra morte per il concorso della gente che verrà".
Benedetto dolcemente
rispose: "Non dubitate, Padre, perchè il giorno che io morrò non ci sarà
moltitudine di popolo, non ci sarà nessuno, ma bensì dopo; e se non sarà ben
presto sotterrato questo mio corpo, verrà grande moltitudine e si vedranno
grandi contrasti, onde vi supplico di farlo sotterrare presto".
Durante gli ultimi
giorni di malattia, pur essendo tormentato da fortissimi dolori, da sfinimenti
e languori, tuttavia nulla voleva per alleviarli e soffriva tutto offrendo al
suo bene: Gesù.
Non avrebbe voluto
prendere né medicine né cibi speciali tuttavia, come servo obbediente, prendeva
solo tutto quello che il Superiore e il medico ordinavano.
Un giorno, dopo che
un frate gli aveva portato due tuorli d'uovo prescritti dal medico, egli disse:
"Questi rossi d'uovo non servono più, solo li prendo per fare
l'obbedienza".
Aggravandosi il male
pregò il Superiore di portargli il Santo Viatico. Prima di ricevere il
Santissimo Sacramento, alzatosi alquanto e messo il cordiglio al collo, in
segno di umiliazione, con voce chiara, solo interrotta dai singhiozzi, domandò
perdono a tutti dei suoi peccati e lo fece con tale umiltà da sembrare il più
grande peccatore. I suoi confratelli che attorniavano il suo lettuccio furono
talmente commossi che si misero a piangere.
A fra Guglielmo da
Piazza, che credeva fosse vicino a spirare e si era messo ad accendere le
candele, disse: "Fratello non è ancora venuta l'ora, quando sarà giunta,
ve lo dirò".
Avvicinandosi il
giorno della sua morte, a fra Paolo e a fra Guglielmo che erano vicini disse:
"Mettete in ordine alcune sedie per queste sante donne che vengono a
visitarmi." I frati, non vedendo nessuno, gli chiesero: Dove sono? Egli
rispose: "Non vedete S. Orsola e le sue vergini?" Benedetto nutriva
particolare devozione verso questa santa e nell'ora della sua dipartita era
venuta a visitarlo. Passato ancora qualche giorno, e avvicinandosi l'ora della
morte, rivolto a fra Guglielmo disse: "Fratello, è arrivata l'ora,
accendete le candele." Indi si pone le mani sul petto in forma di croce,
con i sentimenti più teneri invocati i dolci nomi di Gesù, Maria e Francesco,
alza gli occhi al cielo, con il volto più luminoso del solito, pronunziando
queste parole: "Nelle tue mani raccomando il mio spirito", l'anima
benedetta, abbandonando la spoglia mortale, spicca il volo verso la celeste
dimora dei beati.
Erano le ore 18 del 4
aprile 1589, martedì dopo la festa di Pasqua di Risurrezione.
Fra Benedetto aveva
65 anni, di cui 21 passati presso i suoi genitori, 17 da eremita, 27 da frate
minore.
Quell'anima benedetta
separatasi dal corpo, prima di entrare nella gloria, volle ancora dare una
consolazione alla sua cara nipote, Suor Benedetta Nastasi, che si trovava nella
casa dell'amico Giandomenico Rubiano. Mentre ella era nella sua cameretta,
all'improvviso vide svolazzare una candida colomba e udì queste parole:
"Non domandi niente, Benedetta?" La fanciulla riconobbe la voce e
chiese: "Dove andate zio?" Ebbe questa risposta: "Al
cielo".
Benedetto se n'è
andato al cielo e, come S. Paolo, può esclamare: "Ho combattuto la buona
battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo
la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel
giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua
manifestazione." (2Tim. 4, 7-8)
II suo
fu un «sepolcro glorioso» per il continuo accorrere di gente, non solo dalla
città di Palermo, ma da ogni altra parte dell'Isola. Già nel 1592, quando fu
eseguita la prima traslazione della tomba esterna alla Sagrestia, il suo corpo
fu trovato incorrotto ed odoroso, ed è di quello stesso anno la prima istanza
all'allora Arcivescovo di Palermo, Mons. Diego D'Ahedo, perché fosse iniziato
il processo di beatificazione.
Nel 1611 un'altra
traslazione ebbe luogo, dalla Sagrestia nella Chiesa, e di essa si occuparono
tanto il Re di Spagna Filippo III, quanto il Cardinale Gianettino Doria,
Presule palermitano, mentre vive istanze al Papa Gregorio XV venivano rivolte
negli anni 1621 e 1622 dal successivo Re di Spagna Filippo IV e dal Viceré di
Sicilia, sollecitando la beatificazione del Servo di Dio.
Due processi apostolici, l'uno redatto in Palermo e l'altro a S. Fratello,
vennero poi rimessi alla S. Congregazione dei Riti intorno al 1627. È
interessante la risposta che nel luglio di quell’anno dava Urbano VIII con la
sua lettera ai palermitani, riconoscendo la grande devozione da essi
manifestata per il corpo del Religioso Benedetto da S. Fratello.La municipalità di Palermo – detta allora il Senato - rompendo gli indugi, si induceva nel 1652 ad emettere un solenne Decreto con il quale rilevando «che la fama di santità ammirabile del siciliano Benedetto da S. Fratello si è sparsa oltre i confini di tutta la città» lo eleggeva e nominava «particolare intercessore», chiamandolo già, per conto suo, «Beato Patrono» ed ordinando feste che si celebrassero ogni anno nella Chiesa di S. Maria di Gesù.
Breve biografia di San Benedetto P. Ludovico Maria Mariani o.f.m.
La vita di San Benedetto Salvatore Cardinale Arcivescovo
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