San Benedetto da San Fratello detto il Moro: La Vita


San Benedetto da San Fratello - Uomo senza frontiere venerato in tutto il mondo"Comitato

Sito web a cura del "Comitato festeggiamenti San Benedetto il Moro" San Fratello (ME).

lunedì 14 luglio 2014

La Canonizzazione di San Benedetto e i festeggiamenti nel IV centenario della morte

Nel 1989 San Benedetto fa ritorno al suo Paese Natale accolto da migliaia di fedeli.
La Canonizzazione. Nel 1713 nuove istanze per la Beatificazione ufficiale vennero rivolte alla S. Sede sia dal Senato palermitano che dallo stesso Arcivescovo, Giuseppe Melendez, e così ripresosi il processo si giungeva nel 1743 all'approvazione del culto e nel 1776 al riconoscimento dell'eroicità delle virtù. Rimaneva la prova dei due richiesti miracoli, verificati i quali, con Bolla di Papa Pio VII del 23 giugno 1807, veniva proclamata la Canonizzazione.
Nel documento, com'è d'uso, venivano indicate le principali caratteristiche di quella santa vita e ci può servire il notare che oltre agli abbondanti riferimenti alle virtù religiose praticate, alle penitenze, all'umiltà, alla prudenza, in particolare rilievo viene messa la sua fede e devozione eucaristica: «Non desiderava nient’altro se non considerare e contemplare argomenti celesti e con ogni scrupolo evitare qualsiasi offesa verso Dio, anche la più piccola. Spesso, quasi ogni giorno, si confessava e si comunicava: lunga era la preparazione al banchetto divino e più lungo ancora il ringraziamento, dopo averlo gustato…».
Da questo amore di Dio vien fatto derivare «il suo fervido amore verso il prossimo, del quale desiderava l’eterna salvezza… Con sollecitudine e senza difficoltà riceveva tutti quelli che andavano da lui per chiedergli consigli, anche quando stava male, e a ognuno elargiva opportuni consigli e rimedi. Inoltre spesso visitava i carcerati e gli infermi, offrendo loro tutti i servizi e le opere di carità, fornendo anche qualche aiuto ed esortandoli alla pazienza e a riporre in Dio la loro speranza... Egli quando fu eletto Superiore del Convento di Palermo volle soprattutto che il portinaio non respingesse alcun povero».
Le ricorrenti pesti e carestie di quell'epoca fornivano occasioni particolarmente impellenti di soccorrevole intervento. La Canonizzazione avveniva insieme a quelle di S. Francesco Caracciolo, di S. Angela Merici, di S. Coletta Boilet e di S. Giacinta Marescotti. La data della memoria di S. Benedetto da S. Fratello veniva fissata per il 4 aprile, come è ancora oggi. Può esser interessante anche notare che S. Benedetto «il Moro» è il primo santo siciliano per il quale si sia svolto un regolare processo canonico di Beatificazione e Canonizzazione.
Il culto di San Benedetto il moro nel suo paese natale. (a cura di Alfredo Iraci)
Nonostante siano trascorsi più di quattro secoli dalla sua morte, a San Fratello il culto per San Benedetto il Moro è ancora vivo e ben radicato. Concittadino e Protettore, Benedetto è il più illustre e il più grande dei figli di questa cittadina conosciuta per la lingua che ivi si parla (dialetto gallo-italico), per la Festa dei Giudei e per i cavalli allevati allo stato brado. 
Al “Santo dalla pelle nera” i suoi compaesani si rivolgono con un sentimento di venerazione e di fiducia, con l’amore ed il rispetto che gli sono dovuti ma anche con la compostezza degli atteggiamenti. Lo invocano per qualunque bisogno pubblico e privato, per la pioggia e per il bel tempo, in una grande calamità e in un affanno privato, in una difficoltà amorosa e nella ricerca di un oggetto smarrito.
In tutti i momenti di difficoltà i sanfratellani sanno di potere contare su di lui e sulla sua rassicurante protezione. Segni della devozione a San Benedetto il Moro si possono intravedere nelle diverse realtà di San Fratello: in tutte le famiglie almeno un componente ne porta il nome; in ogni casa ed in ogni locale pubblico è presente almeno una statuetta raffigurante il santo; nelle automobili non manca mai l’adesivo con la sua immagine; ai defunti si suole porre in tasca un’immaginetta del Santo Moro per accompagnarli nel loro ultimo viaggio; varie associazioni culturali sono a lui intitolate; diverse volte in occasione delle elezioni amministrative comunali sono state presentate liste aventi per simbolo proprio San Benedetto; numerosi artisti locali hanno rappresentato le sue fattezze in opere pittoriche e scultoree, scrittori e poeti ne hanno decantato le virtù, musicisti e compositori gli hanno dedicato inni.
La festa vera e propria si celebra ogni anno il 17 settembre in forma tradizionale con luminarie, fuochi artificiali, banda musicale e soprattutto con la solenne processione che si snoda per le vie principali del paese nel corso della quale il clero, le autorità ed i fedeli (molti anche a piedi scalzi) accompagnano la statua di fra' Benedetto con preghiere, canti, inni, salmi, litanie, invocazioni. Al termine della festa ogni anno viene sorteggiato, fra quanti hanno comprato il relativo biglietto, dei doni che per voto qualche cittadino ha offerto al santo. 
In ciò è evidente l’analogia con le offerte in natura che ancora oggi in Galizia vengono fatte a “San Benito de Palermo” e che sicuramente un tempo erano presenti anche a San Fratello.
Ma tutti i sanfratellani ricorderanno sempre con la mente e con il cuore la festa che si è tenuta nel 1989, anno in cui si è celebrato il quarto centenario della morte di San Benedetto il Moro.
Dopo quattrocento anni Benedetto è tornato tra la sua gente e nei luoghi in cui aveva trascorso la sua infanzia e la sua giovinezza: era andato via all’età di circa vent’anni senza mai più ritornarvi. Il suo corpo incorrotto, posto all’interno di una grande urna di vetro, è stato traslato da Palermo nel suo paese natale.
Tutti i residenti, ma anche moltissimi emigrati tornati per l’occasione da varie parti del mondo, erano ad attenderlo al campo sportivo dove è giunto dall’alto a bordo di un elicottero. Dal 10 al 17 settembre il paese intero è diventato come un santuario: meta di pellegrinaggi da diversi comuni della Sicilia, un continuo via vai di fedeli, una serie interminabile di funzioni religiose, di marce, di preghiere, di canti, di invocazioni. 
L’ultimo giorno, dopo la messa solenne celebrata all’aperto nella piazza del seicentesco convento francescano, la processione, effettuata in quest’occasione con le spoglie del santo, ha attraversato tutte le stradine del paese quasi che Benedetto abbia voluto ripercorrerle ancora una volta per fare riaffiorare i ricordi di una parte della sua vita che sicuramente non ha mai dimenticato. Da quell’anno la devozione è continuata con semplicità e discrezione ma con un fervore sicuramente maggiore degli anni passati.

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