Il 17 settembre di ogni anno nella comunità religiosa di San Fratello (Me) si celebra la festa di San Benedetto il Moro. L’evento religioso richiama tantissima gente anche dai paesi vicini ed è molto sentito dalla popolazione locale. San Benedetto il Moro è il patrono di San Fratello, gode perciò di grande devozione da parte dei fedeli di questo centro dei Nebrodi.Forse però è improprio parlare di devozione, e per capire meglio il sentimento che lega ogni sanfratellano a questo Santo bisogna nascere, crescere e vivere in questa favolosa comunità siciliana. Uno dei momenti particolari nel corso dell’anno in cui è possibile toccare con la proprie mani questo profondo amore esistente tra i il Patrono di San Fratello e i suoi cittadini è proprio quello della festa. La partecipazione ai festeggiamenti in onore di San Benedetto il Moro non solo, infatti, riunisce tutti gli abitanti intorno al Santo, ma permette anche a ciascuno di loro di esprimere chiaramente e senza inibizioni il proprio rapporto interiore con questa grande figura cristiana. Per chi proviene dall’esterno e non conosce le tradizioni di San Fratello il giorno della festa di San Benedetto il Moro è il momento migliore per apprezzare la genuinità, la bontà e le virtù speciali di questo popolo. La festa è infatti occasione importante per scrutare nell’interiorità dei devoti e contemplare la bellezza del loro cuore. San Benedetto il Moro, nato a San Fratello, ha piantato le sue radici in questa terra, formando tramite esse un legame importante che lega ogni fedele a Cristo Gesù. Il vero segreto della grandezza e della bellezza di San Fratello sta nella santità di San Benedetto il Moro e il vero segreto della santità di San Benedetto il Moro sta in Cristo Gesù. Questo passaggio non è semplice e non è neanche scontato e dovuto, esso è grazia concessa da Dio. Quando l’amore raggiunge la purezza della santità basta l’offerta di una sola persona per condurre al bene e alla salvezza tutti gli altri. San Benedetto il Moro è testimone di questo processo, egli lo ha compreso e lo ha adottato nella sua vita a vantaggio di tutti. Il Suo cuore docile a Dio e al bene, la sua indole umile e incline all’obbedienza lo hanno reso amico di Cristo, suo discepolo, suo servo, suo seguace nella ricerca dell’amore. E’ molto difficile penetrare nell’intimità di un cuore che è totalmente proiettato su Dio. Occorre avere delle affinità molto grandi per leggere in tale cuore e contemplarne i suoi moti interiori. Ma questo non impedisce a tale cuore di produrre frutti e di riversarli sul prossimo e sui fratelli. Anche se noi non abbiamo lo slancio interiore che spinge il nostro spirito alle altezze della santità ciò non impediste a quest’ultima di raggiungerci attraverso un suo volontario abbassamento sulle nostre persone. Questo particolare procedimento (abbassamento dello Spirito) si avvale della totale disponibilità di alcuni particolari soggetti, docili allo Spirito e pronti a rendersi suoi strumenti di azione. San Benedetto il Moro appartiene alla famiglia di questi fortunatissimi soggetti. Egli con la sua vita ha permesso alla santità di Cristo di incarnarsi ancora una volta nel grembo dell’umanità per offrirsi a vantaggio di tutti. Un Santo non è un Dio, ma è un uomo innamorato di Dio, un uomo cioè che cammina nel sentiero della comunione divina e, tramite essa, pensa, desidera, dice, agisce in piena conformità alla volontà divina. Un Santo è un individuo che ha compreso che l’amore vero risiede in Dio e pertanto, sotto la spinta incontenibile di tale amore, si sforza al massimo di piacere a Dio e di conformarsi a Lui. Un Santo non desidera essere Dio, ma desidera vivere con Dio e offrirsi totalmente a Lui con un abbandono pieno e consapevole. Un Santo non è in antagonismo con Dio, non vede in Dio un suo rivale o un suo nemico, ma si allea costantemente e continuamente con Dio non tanto per godere dei suoi favori, quanto per nutrirsi del suo amore. E’ importante entrare nella logica del Santo per comprendere la sua vita e il messaggio che essa ci trasmette. Per essere veri devoti di un Santo bisogna cercare di leggere nel suo cuore e di comprendere i moti che lo mettono in azione. Guardando alla vita di San Benedetto il Moro emerge chiaramente il desiderio di vivere la comunione con Dio, di cercare quello stato contemplativo in cui l’anima può bearsi della presenza luminosa e appagante del Signore. Questa via in San Benedetto il Moro assume immediatamente profumo di santità e si rende visibile a tutti coloro che entrano in relazione con lui. Il messaggio che in questo modo egli consegna a tutti gli uomini è che Dio è vicino a ciascuno di noi, che Dio ama ogni uomo del mondo, che Dio vuole entrare in relazione amorosa con ciascuno di noi, che Dio desidera salvare tutti, che Dio ha progettato per ogni uomo un futuro eterno da vivere nella meravigliosa realtà del Cielo. Questo messaggio non si limita alla manifestazione di un programma o di un progetto, ma si completa attraverso l’indicazione della via da seguire per giungere a tale risultato. Questa via è Cristo Gesù. In Cristo Gesù la rivelazione di Dio raggiunge il culmine della sua pienezza, manifestando all’umanità intera la grandezza dell’amore divino e la sua volontà di offrirsi a ognuno di noi con il dono gratuito della salvezza. Il Santo è colui che dopo aver scoperto la bellezza di queste realtà se ne innamora e trascorre tutta la sua vita al loro servizio, al fine di partecipare con Dio alla costruzione del Regno dei Cieli. Un Santo è dunque un testimone fedele di Cristo, un uomo che in tutte le manifestazioni della sua persona e della sua vita indica solo ed esclusivamente Cristo Gesù, un uomo che non sa parlare d’altro che del Signore, un uomo che trova piacere solo nel consegnare a tutti coloro con cui si relaziona l’amore e l’amicizia di Cristo. Nella logica del Santo c’è inoltre una fede talmente forte che tutto quanto egli comprende per dono dello Spirito Santo egli non lo dubita, ma lo crede possibile a Dio, anzi, avendo egli pienamente abbracciato la volontà del Signore, tutto quanto egli crede è già conforme alla volontà di Dio ed è perciò realizzabile. L’impronta lasciata da un Santo sulla terra è un’impronta che si perpetua di generazione in generazione legando la vita di ogni uomo che lo incontra a quella di Cristo. Non c’è per un Santo una soddisfazione e un appagamento più grande che poter donare Cristo a un uomo, per questo Dio permette che ogni Santo continui dal Cielo la sua missione di evangelizzazione del mondo. La devozione a un Santo è dunque gratitudine che attraverso questo Intermediario si esprime a Dio per averci concesso il dono della salvezza in Cristo Gesù. Nella festa di San Benedetto il Moro i frutti di questa santità sanfratellana sono eloquenti e si esprimono attraverso l’atteggiamento manifestato dai fedeli nei confronti del Signore. L’amore per Benedetto il Moro è un amore di gratitudine, un amore cioè che nel Santo vuole ringraziare Dio stesso per avere concesso a tutto il popolo di San Fratello il dono di una via privilegiata attraverso la quale trovare in Cristo la certezza del Paradiso. Questa via comunica a tutti il desiderio e la necessità della conversione immediata. La statua di San Benedetto il Moro porta in braccio Gesù Bambino, stringendolo in una posizione tale da rendere possibile una doppia lettura di tale gesto. Cristo si consegna nelle mani del Santo e si fa bambino bisognoso del suo amore. Questo atteggiamento serve per farci comprendere il grande valore della chiamata ricevuta da Benedetto. Dio nel donarsi all’uomo si fa piccolo come un bambino e, in questo modo del tutto particolare e geniale, Egli desidera entrare nella vita di ogni uomo e farne parte. Altro atteggiamento suggerito dalla statua è quello del Santo che avendo ricevuto da Dio la grazia del dono di Cristo lo offre al mondo intero con tutto se stesso come espressione massima del suo amore. Egli nell’offrire Cristo al mondo lo dona con la semplicità, la bontà e la bellezza di un bambino. In questo modo egli indica al mondo intero la gratuità del dono della salvezza concesso da Cristo a tutti. Il legame tra San Benedetto il Moro e Cristo è dunque un legame di forte tenerezza che fonda le sue basi sulla mitezza e sull’umiltà del Signore. Certamente tra San Benedetto il Moro e Cristo esiste un amore speciale e unico, un amore che ha concesso al mondo intero di accedere alla grazia del favore divino per mezzo di questo nostro Santo siciliano. Ed è proprio questo grande amore che viene celebrato nella festa in onore di San Benedetto il Moro. La vita stessa di questo Santo altro non è che il perpetuarsi della celebrazione di questo amore, così come la liturgia della Chiesa nel fare memoria di questa vita speciale altro non fa che celebrare tale amore. La statua stessa liturgicamente esalta e celebra tale relazione amorosa, così come chiaramente si evince dagli sguardi con cui i volti delle due figure sono tra di loro legati. Tali sguardi confermano infatti la chiamata d’amore ricevuta Benedetto su iniziativa di Cristo e la risposta con cui egli aderisce totalmente a tale chiamata. Basta fermarsi a contemplare l’intesa amorosa che unisce tali sguardi per comprendere tutto il mistero di santità che avvolge la vita di San Bendetto il Moro e per trarre da tale vita il messaggio principale con cui Dio ci conduce a sé. |
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