San Benedetto nacque nel 1524 da Diana Larcari e Cristoforo Manassari entrambi cristiani discendenti da schiavi negri portati dall'Africa. Sin da piccolo si mise in mostra
per la sua volontà di solitudine e di autopenitenza che gli fecero guadagnare
il soprannome di Santo,
nonostante venisse maltrattato dai coetanei per il suo atteggiamento. A diciotto anni lasciò la casa di famiglia lavorando per conto suo
e cominciò anche ad aiutare i poveri. Sin a quel momento visse a San Fratello.
Di seguito la cartina della Sicilia dove sono indicati i luoghi dove visse San Benedetto.
All'età di ventuno anni entrò nell'eremo di Santa Domenica (2), a Caronia distante da San Fratello (1) cinque chilometri, venne accolto dallo stesso fra Girolamo Lanza e, sotto
questa disciplina, la sua anima si affinò e crebbe di virtù in virtù, tanto che
dopo breve tempo manifestò la professione religiosa. Il profumo delle sue
virtù non poteva più nascondersi, e i cittadini di Caronia, di Santa Domenica e
della stessa San Fratello accorrevano al romitorio dove questi santi religiosi
trascorrevano la vita in penitenza; ma andavano soprattutto da Benedetto che
tra loro si distingueva.
A lui i fedeli
ricorrevano per raccomandarsi alle sue preghiere, che non solo venivano
esaudite, ma spesso erano accompagnate da veri e propri miracoli. I poveri eremiti non avevano più pace, non potevano compiere le loro discipline in tranquillità. Così Benedetto dovette lasciare quel luogo a causa del continuo viavai di gente
che veniva per chiedere miracoli al frate di colore.
Il servo di Dio Girolamo
Lanza decise di abbandonare quel romitorio per un altro luogo più lontano e
tranquillo. Prima si recarono alla Platanella (3), anche qui però la gente andava
numerosa a trovare Benedetto. Andarono più lontano alla Mancusa (4), tra Partitico
e Carini; giunsero a lui da Carini, Partinico, Montelepre, Isola delle Femmine, Monreale e la fama di Benedetto giunse sino a Palermo, nei palazzi dei baroni e dei signori spagnoli. Fra’ Girolamo Lanza decide di spostarsi nuovamente e, dalla Mancusa di Carini, gli eremiti si spostarono presso il vicino Monte Pellegrino (5), ancora sconosciuto ai palermitani come luogo del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano Palermo (6). Per un anno e otto mesi Benedetto andò a Marineo (7), presso il santuario
della Madonna della Dayna, ma poi ritornò sul monte Pellegrino, così chiamato
da questi pellegrini che vi abitavano. Benedetto scelse l'Ordine Francescano dei Riformati, dove fu inviato
dapprima al convento di S. Anna di Giuliana luogo che si ispirava maggiormente alla vita fatta da
Benedetto nei suoi primi anni di eremitaggio, un periodo quello di Sant’Anna di Giuliana,
caratterizzato dall’anonimato e dalla pace, nel quale Dio non compì miracoli per mano di Benedetto e nel quale il Santo entrò in un’intimità più profonda con l’Onnipotente,
sperimentando pienamente le vie della mistica.
Si spostò infine nel Convento di S. Maria di
Gesù a Palermo dove rimase fino alla morte.
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