Oltre ai miracoli in vita, San Benedetto ne operò altri anche dopo la sua morte. Diverse
centinaia ne furono presentati ai processi, con testimonianze oculari e con i
prescritti referti medici. La sacra Congregazione dei Riti ne scelse due, anche
perché due soli erano necessari per comprovare la santità di Benedetto. Ecco
quali furono i miracoli prescelti.
Salvatore Centini Capizzi da S. Fratello, non volendo soffrire il danno
materiale che gli procuravano alcuni maiali che erano nell’orto vicino a casa
sua, prese lo schioppo e, più che metterli in fuga che per ammazzarne qualcuno,
sparò un colpo. Dopo avere sparato sentì dei pianti e delle grida di dolore.
Involontariamente il povero Salvatore aveva colpito alla gola il figlio
Francesco, di nove anni, trapassandogliela da parte a parte. Indescrivibile il
dolore del povero padre e di tutta la famiglia specialmente quando, chiamati i
medici del luogo e dei paesi vicini, appresero che la ferita era mortale e
perciò assolutamente incurabile per il grande squarcio che aveva cagionato la
palla nell’esofago e nella trachea. Addolorato il povero Centini, dopo avere saputo
che tutti i rimedi umani erano inutili, chiamò P. Placido da Naro, Guardiano
del Convento di S. Fratello, il quale con la reliquia del servo di Dio benedì
il ragazzo toccandogli la stessa ferita. Oh grande miracolo! A quel tocco la
ferita venne perfettamente rimarginata e Francesco riprese a parlare, solo
rimase una cicatrice, quasi a testimonianza della così miracolosa guarigione.
Il secondo miracolo presentato per la canonizzazione è il seguente: Filippo
Scaglione da S. Fratello era nato storpio con tutte e due le gambe paralizzate,
tanto che non poteva camminare. Quando doveva andare da un posto all’altro lo
faceva trascinandosi carponi, ma non sempre gli riusciva farlo. Si trovava a
letto quando, sotto le finestre di casa sua, passava la processione che
conduceva la sacra reliquia del servi di Dio, Benedetto, dono fatto alla chiesa
del convento di S. Fratello. Filippo, che aveva sentito narrare i miracoli
ottenuti per intercessione del servo di Dio, si sentì fortemente stimolato a
implorare la grazia per la sua guarigione. Si fece trasportare dalla sorella
alla finestra e guardando la reliquia che passava, con sentimenti di viva fede,
con tutto il cuore chiese la grazia. Mentre così pregava, vide al suo fianco un
frate dal volto moro e sospeso in aria, ch’egli comunicava la completa
guarigione. Filippo riconobbe in quel frate il servo di Dio Benedetto, credette
alle sue parole, fece la prova di camminare, appoggiò liberamente i piedi, si
sentì rassodato nelle gambe, cominciò a camminare prima lentamente e poi
speditamente. Si mise a gridare per la gioia, facendo notare a tutti il
miracolo operato da Dio per intercessione del suo servo.
Ma credo che ognuno di noi si chiede: oggi Benedetto compie miracoli?
Piuttosto che chiedersi se compie ancora miracoli, perché non si prega con
viva fede, con ardente amore e con rinnovata speranza?
Preghiamo, invochiamo, supplichiamo Benedetto, con fede, con l’animo in
grazia di Dio, come egli voleva, e i miracoli per intercessione del Santo Moro
si realizzeranno.
Fonte: Frati Minori di Sicilia.
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