Benedetto era un frate minore come lo aveva pensato
Francesco d’Assisi. Un povero ignorante ma le sue parole
scaturivano da una saggezza superiore che attingevano direttamente alla fonte.
Lui andava dagli ignoranti e dai poveri ma a lui venivano i saggi, i dotti e i
sapienti; teologi ed arcivescovi, uomini potenti e taumaturghi e gli ponevano
la domande che turbavano il cuore della terra.
Nel 1578, Benedetto fu nominato Superiore del Convento Santa Maria di
Gesù guidando per tre anni la sua Comunità con saggezza, prudenza e grande
carità. In occasione del capitolo provinciale, Benedetto si recò ad Agrigento
dove, per la sua fama di Santità rapidamente diffusasi, fu accolto con calorose
manifestazioni di popolo. Nominato, in seguito, maestro dei novizi, attese al
suo ufficio in modo da far ritenere che avesse il dono di leggere il cuore
delle persone; infine tornò alla primitiva mansione di cuoco. I processi della
sua canonizzazione riferiscono di numerose guarigioni da lui operate.
Soccorrendo i bisognosi, non di rado faceva aumentare la quantità di cibo a sua
disposizione moltiplicando a vantaggio del povero e dei suoi confratelli i
viveri. Benedetto il Moro, Rese l’anima a Dio il 4 aprile 1589 nella sua celletta
del Convento Santa Maria di Gesù in Palermo. Il suo culto si diffuse dalla
Sicilia in tutta Italia, in Spagna, nel resto dell'Europa e anche nell'America
del Sud, dove divenne il protettore delle popolazioni negre e del terzo mondo.
Il senato di Palermo nel 1713 lo scelse come compatrono della città assieme a
Santa Rosalia. A San Fratello Benedetto ha il ruolo di protettore del paese
nebroideo e la sua festa si celebra il 17 Settembre, giorno della sua nascita.
Benedetto XIV lo beatificò nel 1743 e Pio VII lo canonizzò il 24 maggio 1807.
Già nel 1614 a San Fratello comincia la venerazione per il servo di Dio,
allorquando frate Antonino da Randazzo dona una reliquia alla Chiesa del
Convento francescano di Santa Maria di Gesù. Gli effetti benefici della reliquia
del Santo Moro sembrano prodursi ancor prima che essa giunga in paese: Giovanna
Meli, affetta da pustole sanguinante alla gola, incontra una mattina alcuni
frati che recavano la reliquia di Benedetto: la donna, devotamente, si raccomanda al santo ed
ottiene la guarigione.
Il primo miracolo operato da Benedetto il Moro dopo la
morte fu quello a beneficio di Francesco Centineo Capizzi, un fanciullo
sanfratellano di nove anni. A causa di un proiettile esploso da un fucile,
aveva ricevuto nella gola una ferita così grave che respirava dalla trachea
perforata anziché dalla bocca. Appena la reliquia di San Benedetto fu posta
sulla gola ferita, subito si formò una cicatrice ed il ragazzo guarì.
Sessantatre testimoni riferiscono su ben quattordici miracoli di guarigione
operati dal Santo Africano: si va da un uomo nato storpio di tutte e due le
gambe che le trascinava per terra ad un uomo affetto da licantropia, a due
morti resuscitati e poi: casi di ernia, lesioni cutanee da adenite tubercolare,
angina, sordità ecc ... L’episodio più rilevante, ai fini processuali, è quello
di Filippo Scaglione, nato storpio, il quale, assistendo alla processione dei
frati che recavano la reliquia di Benedetto presso la Chiesa nuova, appena
edificata a San Fratello, guarisce d’improvviso: «et havendo provato a
camminare posa benissimo li piedi a terra et sente le gambe forti et
consolidati et cammina francamente e lestamente come mai nella sua vita». Di
notevole impatto anche i miracoli che hanno come protagoniste figure femminili.
Su tutti spicca la grazia avuta dalla moglie del medico Rocco Calandra la
quale, dopo alcuni giorni di doloroso travaglio per un difficile parto, in
punto di morte, viene miracolosamente salvata dalla reliquia del Santo di San
Fratello. Oggi, Benedetto il Moro è sicuramente uno dei santi più particolari
del territorio siciliano. È venerato come Protettore, oltre a San Fratello, per
il Terzo Mondo. Il suo culto è diffuse in Sicilia e in tutta Italia, in Spagna,
nel resto dell'Europa e anche nell'America del Sud, dove divenne il protettore
delle popolazioni negre. Il senato di Palermo, nel 1713 lo scelse come
Compatrono della città assieme a Santa Rosalia. Benedetto XIV lo beatificò nel
1743 e Pio VII lo canonizzò il 24 maggio 1807 assieme a Sant’Angela Merici e a
Santa Giacinta Marescotti La sua festa
si liturgica celebra il 4 Aprile. anche se le sue feste cadono a conclusione
del periodo estivo (Giugno – Palermo; Agosto e Settembre – Acquedolci e San
Fratello ).
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