La Mostra storie
afro-atlantiche presenta una selezione di 450 opere di 214 artisti, del
secolo 16-21, intorno al "flusso e riflusso" tra l'Africa, le
Americhe, Caraibi, e anche l'Europa.
Il Brasile è un territorio
centrale nelle storie afro-atlantiche, ricevendo circa il 46% degli circa 11
milioni di africani che sono sbarcati obbligatoriamente da questa parte
dell'Atlantico per più di 300 anni. Fu anche l'ultimo paese ad abolire la
schiavitù mercantile con la Golden Law del 1888, che perversamente non
prevedeva un progetto di integrazione sociale, perpetuando fino ad oggi
disparità economiche, politiche e razziali. D'altra parte, il protagonista
brasiliano in queste storie ha fatto qui una presenza ricca e profonda di
culture africane.
Le storie afro-atlantiche
iniziano con il desiderio e la necessità di tracciare paralleli, attriti e
dialoghi tra le culture visive dei territori afro-atlantici - le loro esperienze,
creazioni, culti e filosofie. L'Atlantico nero, nelle parole di Paul
Gilroy, è una geografia senza confini precisi, un campo fluido, in cui le
esperienze africane invadono e occupano altre nazioni, territori e culture.
Al MASP, lo spettacolo è
contestualizzato in un anno di mostre, conferenze, corsi, workshop,
pubblicazioni e programmi cinematografici su storie afro-atlantiche.
Quadri e
sculture mostrano le tracce della presenza africana nei paesi che si affacciano
sull’oceano Atlantico. Il viaggio va da Port-au-Prince a Bahia, da New York a
L’Avana, e rimanda di tanto tanto all’Europa colonizzatrice.
Le opere
esposte sono più di quattrocento, tra cui 66 ritratti di afrodiscendenti da
togliere il fiato.
In questa
mostra è esposto anche il ritratto di San
Benedetto il Moro, simbolo dell’integrazione tra razze ed emblema di
emancipazione sociale.
Fonte: Museu de artede São Paulo Assis Chateaubriand
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