Un murales di San Benedetto il
Moro è stato realizzato a Ballarò dall'artista Igor Scalisi Palminteri e dai
bambini del centro sociale San Francesco Saverio. "Lo abbiamo realizzato
perché è nero", dice l'artista che lo ha fatto per Mediterraneo
Antirazzista che quest'anno giunge alla undicesima edizione. Tanti tornei,
tanti sport per "abbattere frontiere e costruire diritti".
L'opera è stata realizzata
insieme ai bambini del centro sociale San Francesco Saverio. L'inaugurazione in
occasione della festa di avvio del Mediterraneo Antirazzista, manifestazione
sportiva che promuove le relazioni interculturali tra le diverse componenti che
abitano nella città metropolitana.
Già, in modo spontaneo, era sorto un campetto di calcio dove giocano tutti i bambini della zona e a poco a poco negli anni il campetto è stato sistemato: ma tra il nuovo prato sintetico e le porte, a causa del vicino mercato dell'usato è sempre sommerso dall'immondizia.
Già, in modo spontaneo, era sorto un campetto di calcio dove giocano tutti i bambini della zona e a poco a poco negli anni il campetto è stato sistemato: ma tra il nuovo prato sintetico e le porte, a causa del vicino mercato dell'usato è sempre sommerso dall'immondizia.
Ma l'obiettivo della
manifestazione Mediterraneo Antirazzista non è solo abbattere le distanze tra
le culture attraverso lo sport, è anche la riconquista degli spazi
pubblici.
Diversi volontari si sono dati
appuntamento su quel campo per ripulirlo e insieme a loro c'era
l'artista Igor Scalisi Palminteri che sta realizzando un enorme
murales (la parete di sedici metri per cinque) raffigurante San
Benedetto il Moro. «Ho scelto San Benedetto il Moro perché è nero -
spiega Scalisi Palminteri - questo è il motivo fondamentale, noi abbiamo un
Santo nero ed è bello vantarsi di questo, è stata una figura importantissima a
Palermo, e poi perché è copatrono della città di Palermo insieme a Santa
Rosalia e nel contesto del "Mediterraneo Antirazzista" che si svolge
in questi giorni a Ballarò dove persone da diversissime provenienze giocano
insieme è una figura simbolica perfetta per credenti e non credenti».
La campagna di rinascita del Campo di Bocce di Ballarò prosegue fino a domani 9
giugno e si è scelto questo luogo perché c'è anche un problema burocratico di
assegnazione: questo spazio che non ha neanche un nome riconosciuto in
quanto non è uno spazio pubblico.
«Questa iniziativa vuole
accendere i riflettori per l'ennesima volta su strutture sportive in stato di
abbandono - dice Massimo Castiglia, presidente della prima
circoscrizione e tra i fondatori del Mediterraneo Antirazzista - che devono
essere riprese e restituite alla cittadinanza soprattutto a chi in questi
quartieri opera in progetti di educazione».
Questo spazio in particolare è
ancora privato, suddiviso in una serie di particelle che vanno
espropriate per farlo diventare pubblico a tutti gli effetti. «L'assemblea di
quartiere Sos Ballarò e la prima circoscrizione - conclude Castiglia - hanno
chiesto con forza di procedere all'esproprio di queste aree di cui neanche si
sa chi sono i proprietari».
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