In tale luogo, ora trasformato in agriturismo, San Benedetto soggiornò per un breve periodo della sua vita eremitica.
La
località Santa Mamma o Marascotto, è sicuramente la più conosciuta del vasto
territorio del comune montano di Caronia, inserito integralmente nel Parco dei
Nebrodi.
Sicuramente meriterebbe più attenzione ed una migliore
valorizzazione, questa contrada molto cara agli storici ed ai devoti di San
Benedetto il Moro.
Infatti, si possono ancora ammirare la cappella e le celle
che videro muovere i primi passi sia al santo Moro che al servo di Dio,
principe Girolamo Lanza di San Marco d'Alunzio. Questi era stato un nobile
cavaliere, uomo di ingegno e ricco di beni di fortuna. Si era sposato, ma dopo
breve tempo, desideroso di consacrarsi al servizio di Dio, di comune accordo con
la consorte si separò.
La
moglie, del casato dei Filangeri, entrò in un monastero. Egli invece in un
primo tempo indossò l'abito francescano ma dopo, per desiderio di vivere in
maggiore austerità, con alcuni compagni si ritirò nel romitorio detto di Santa
Domenica, nel territorio di Caronia, vicino San Fratello. E' sepolto a San
Marco d'Alunzio.
Benedetto
che aveva venduto i buoi e quanto aveva guadagnato nella sua giovane attività
di allevatore di bestiame, per distribuire tutto ai poveri, lo andò a trovare
nel romitorio, dove venne etto superiore.
Dopo
questo periodo peregrinò tra Mineo, il Monte Pellegrino a Palermo e Santa Maria
di Gesù. Fu in tale convento che dalla statua della Madonna si staccò il
bambino, carnificandosi, per essere tenuto in braccio dal monaco negro.
Ecco
perché viene da cinquecento anni raffigurato con il Bambino Gesù in braccio,
secondo l'iconografia. Meriterebbe una valorizzazione migliore, anche per un
sentito turismo religioso, la località da dove nacque la vocazione e germogliò
la comunità dei monaci riformati di San Francesco.
Fonte: Salvatore Mangione, Gazzetta del Sud
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