Le doti che hanno fatto di Benedetto un grande Santo a livello mondiale.
II messaggio della penitenza e della mortificazione ripetutamente espresso
dalle Sacre Scritture, è stato sempre al centro della vita di Benedetto nei
lunghi anni trascorsi nell'eremo e nel convento di Palermo.
L'amore intensissimo della povertà
imposta dalla Regola francescana rifulge maggiormente, inquadrata nel forte
spirito di penitenza e di mortificazione con cui Benedetto visse la sua
esperienza monastica.
Basti, a questo proposito, fare
riferimento sulle caratteristiche della vita del convento con riferimento alle
preghiere, ai digiuni e alle mortificazioni anche di carattere fisico, cui
Benedetto accettava di sottoporsi.
In particolare ogni giorno:
due ore di orazione mentale e
contemplazione;
recita
dell’Officio Divino;
recita dell' Officio dei Defunti;
recita dell' Officio della B.V.M.;
recita dei
7 Salmi penitenziali;
recita de
la “Benedicta”, dopo la Compieta.
Ogni settimana
Pane, acqua, frutta e erbe crude con
aggiunta a quanto sopra di qualcosa di cotto.
Digiuni
annuali
Oltre a
quelli stabiliti dalla Chiesa: dal 2 novembre alla natività di nostro Signore
Gesù Cristo
Quaresima
dell’Epifania per 40 giorni. Detta “La Benedetta”;Quaresima dall’Ascensione a
Pentecoste;
Dall’Ottava
del Principe degli Apostoli fino all’Assunzione;
Dal 20
Agosto al 29 settembre festa di San Michele Arcangelo;
Ultima
Quaresima dal 30 settembre al 31 ottobre.
Mortificazioni
corporali
Macerare il corpo sul duro terreno,
Dormire sopra rozze tavole.
Portare nel petto e sulle spalle
giachi di ferro e aspri cilici.
Ma, a parte queste severe regole di
carattere generale, dai riferimenti e dalle notizie sulla biografia del santo
possiamo giungere ad evidenziare alcune peculiarità della sua spiritualità
concernenti il comportamento esteriore, per quanto riguarda il cibo, la vita in
convento, il dialogo con gli estranei, l'atteggiamento in chiesa, fino a
giungere ad individuare le sue doti spirituali che costituiscono, nel suo
complesso, l'essenza della sua santità.
In particolare:
Comportamento in chiesa - Compunzione e raccoglimento durante la Messa e la Comunione; volto splendente e lumeggiante durante l'orazione; Occhi simili a lumi
risplendenti.
Comportamento in convento - Desiderio di convertire e salvare anime, sia dei confratelli e sia di
quanti venivano presso di lui. Procurare qualcosa per i poveri. Si percuoteva e
si disciplinava a lungo.
Comportamento nel vestiario - Saio di lana grossolana, nei primi tempi confezionato in proprio con
saggina.
Comportamento con estranei - Sfuggiva le strade affollate e pubbliche. Sempre quieto e paziente.
Comportamento a tavola - Si limitava ad assaggiare senza mangiare niente fuori dal refettorio.
Doti spirituali
Tranquillità della mente.
Spiegazioni delle Sacre Scritture ai
novizi.
Scienza
infusa.
Qualità profetiche.
Qualità taumaturgiche.
Un particolare impegno veniva profuso
da Benedetto nella pratica delle penitenze, intese come esercizio ascetico,
consistenti soprattutto in pratiche di mortificazione da certi cibi e bevande
in determinati giorni; e certe pene e castighi corporali che egli infliggeva a
se stesso per conformarsi ai patimenti del Signore.
P. Gregorio da Palermo riferisce come
Benedetto ogni notte si battesse e si disciplinasse a lungo, flagellando il
proprio corpo a sangue.
Attraverso il rinnegamento di se stesso
e del proprio orgoglio, il distacco da tutto con la povertà altissima, il
ritiro, per quanto è possibile, dai contatti esterni, la mortificazione nel
cibo e negli indumenti, Benedetto raggiunse il vertice della perfezione
cristiana.
Il modello è rappresentato da Gesù sulla croce, la fonte è il
Vangelo; solo così il patire, come soleva ripetere san Bernardo, non diviene
più uno sforzo ma soave dolcezza. Ciò rappresentava la riprova più
eloquente della penitenza austera cui Benedetto sottoponeva il suo corpo, per
allontanarsi sempre più dalla realtà mondana e per dedicarsi alla
contemplazione di Dio e alla beatifica visione della Verità.
Fonte: CONGREGAZIONE SAN BENEDETTO IL MORO PALERMO
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