San Benedetto da San Fratello detto il Moro: La Vita


San Benedetto da San Fratello - Uomo senza frontiere venerato in tutto il mondo"Comitato

Sito web a cura del "Comitato festeggiamenti San Benedetto il Moro" San Fratello (ME).

giovedì 11 aprile 2013

Un palermitano al fianco di Hugo Chavez

San Benito de Palermo, detto anche San Benedetto il Moro o San Benedetto da San Fratello o San Benito el Negro, è un santo venerato soprattutto in Sicilia, Spagna e Sudamerica. 
Siciliano dalla pelle scura, nato libero ma discendente da un famiglia di schiavi, girò per diversi monasteri, ma trovò la sua dimensione ideale sul Monte Pellegrino a Palermo, e da qui proviene l’appellativo “de Palermo”, nonostante si pensi che sia nato in provincia di Messina.
In Venezuela, e in particolare nella regione meridionale di Zulia e del lago di Maracaibo, il culto a San Benito de Palermo è fortissimo. Come mai? 
Benedetto morì a Palermo nel 1589, ma già in vita veniva venerato dai siciliani. In quel periodo la Sicilia era sotto il dominio spagnolo, quindi tramite mercanti e viaggiatori il culto si trasferì in  Spagna, e da lì in Sudamerica. Arrivò in Venezuela in seguito all’opera degli evangelizzatori che accompagnavano i soldati e i mercanti spagnoli intenti a colonizzare l’America del Sud. Visto che molte zone erano abitate prevalentemente da schiavi di origine africana, gli evangelisti/colonizzatori pensarono di convertire al cristianesimo gli schiavi presentandogli un santo con cui potessero identificarsi: San Benito de Palermo appunto, che oltre ad avere la pelle scura era anche analfabeta e si dice che per questo venisse relegato nelle cucine dei vari conventi siciliani da lui frequentati. Non sempre l’evangelizzazione si è presentata come una violenza. Spesso in Sud America l’ibridazione fra culti locali, retaggi di culti africani e culto cristiano si sono mescolati dando vita a sintesi straordinarie. Non si spiegherebbe perchè, allora, nello stato di Zulia il culto di San Benito de Palermo è accompagnato dal suono dei tamburi e, curiosamente, da piogge di bevande alcooliche, rum in particolare. 
Perchè gli schiavi venezuelani decisero di rendere omaggio al santo Negro tirandogli addoso secchiate di rum? Una spiegazione potrebbe essere che le uniche cose materiali che gli schiavi potevano offrire al santo erano i loro balli e il loro alcool. La forza simbolica del Santo Negro lo ha fatto diventare il santo patrono degli  Afroamericani, oltre ad essere dal 1713 compatrono della città di Palermo assieme alla più famosa santa Rosalia.                      
Tornando ai giorni nostri, la malattia di Hugo Chavez ha portato moltissimi venezuelani a pregare San Benito de Palermo perchè aiutasse l’amato presidente. Ecco il governatore dello stato di Zulia Francisco Arias che, nel dicembre scorso, su Twitter chiedeva aiuto al santo afrosiciliano per la salute del Presidente Chavez.
La foto che apre l’articolo, invece, mostra alcuni sostenitori di Chavez che, dopo la sua morte, attendono di poterne vedere le spoglia mortali, sempre accompagnati dal buon Benito de Palermo.
Chiudiamo questo viaggio tra Mediterraneo e Atlantico facendovi notare che Chavez e San Benito potrebbero avere qualcos’altro in comune oltre all’amore riservato loro da molti Venezuelani: leggenda vuole che quando il suo corpo venne riesumato, anni dopo la morte, non presentasse alcun segno di putrefazione. La santità lo aveva preservato dal decadimento dei tessuti organici. In quest’ottica, la possibilità che il corpo di Hugo Chavez possa venire imbalsamato, e quindi mantenersi intatto per essere venerato dai suoi sostenitori, assume tutto un’altro significato.
Fonte: ilfiumeoreto

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