Apertura giorno 2 agosto alle ore 18,00 con un incontro-dibattito nel Cortile del Castello.
Porte aperte nell'antica
chiesetta del Castello, per raccontare la storia di Benedetto Manasseri, il
santo che sfida il razzismo.
L'evento, organizzato dal blog
Acquedolci Furiano, è realizzato grazie alla disponibilità dell'Amministrazione
Comunale ed alla collaborazione della Parrocchia San Benedetto il Moro.
Coinvolti il Museo Regina Adelaide di San Fratello ed il blog Sottolapietra.
La Mostra delle immagini,
ospitata nella Chiesa seicentesca di San Giuseppe alla Torre, espone statue
devozionali, litografie ed opere preziose del santo, corredate da pannelli
illustrativi che ripercorrendo la storia di frà Benedetto, analizzano il contesto
storico in cui visse e le problematiche legate al Colonialismo ed al Razzismo
che hanno macchiato la storia dell'umanità. E' un evento particolare, inedito e curato nei minimi dettagli, grazie
alla collaborazione di tantissime eccellenze del paese. I pannelli ideati da
questo blog, sono frutto del lavoro grafico firmato Lm-Sportswear di Luca
Minciullo, le stampe sono realizzate da VinceGraphic di Vincenzo Lo Cicero, il
video promozionale è a cura di Fabio Carollo. L'artista Mariannina Giorgianni
ha realizzato per l'occasione piccole opere d'arte e la statua di San Benedetto
della linea "Ninnini". La famiglia Giordano ha donato un prezioso
lampadario,cittadini e artisti stanno mettendo a disposizione immagini e
dipinti, come le tele che Alfio Emanuele di San Fratello ha messo a
disposizione dell'evento.
L’oggetto della Mostra
Iconografica e del dibattito-convegno che inaugura la mostra è interamente
dedicato al santo moro vissuto nel XVI secolo. Si tratta di
un'occasione per riflettere su una tematica attuale che le istituzioni civili e
religiose -ma anche i comuni cittadini, atei o credenti- sono chiamati ad
affrontare nel quotidiano. E' urgente rilanciare l’argomento dell’integrazione,
in un momento storico abbastanza cupo sotto il profilo della diffusa ostilità
ad accogliere il "diverso" e soprattutto lo straniero. L'obiettivo è
quello della crescita comunitaria e civica che passa attraverso il superamento
del razzismo. La realtà, che pure sperimenta già da decenni positive esperienze
di integrazione tra culture, necessita del “terreno fertile” costituito dalle
iniziative formative che le istituzioni dovrebbero predisporre al fine di
abbattere i muri che vengono spesso innalzati con la complicità di paure
infondate e facendo leva sull’ ostilità all’ accoglienza dello straniero,
conseguenza spesso di una crisi economica e occupazionale che pervade l’intero
continente europeo.
La situazione attuale rivela che tra la
popolazione è dilagante un sentimento di razzismo, alle volte purtroppo
incoraggiato e fomentato da uomini che ricoprono ruoli istituzionali. Questa preoccupante situazione si
scontra violentemente con i valori buoni e gli esempi concreti di coloro i
quali tendono a favorire sempre la possibilità di realizzare una integrazione
interculturale che sia motivo di crescita sotto il profilo comunitario e
personale. Si vuole tentare pertanto far riflettere il visitatore sul tentativo
di superare pregiudizi e disinformazioni che sono antitetici rispetto al
concetto di uguaglianza tra gli esseri umani e parità nei diritti, principi
questi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del
1948 e dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Occorre ricordare e riscoprire il ricco bagaglio
culturale di valori che la nostra società dice di trasmettere nel mondo
contemporaneo. Si tratta di un patrimonio di tradizioni e di diritti che si
fondano proprio sulla parità tra gli individui e sulla loro uguaglianza, ma
anche sulla presa d’atto che la nostra civiltà è figlia di stratificazioni
storiche nelle quali si rintraccia un’opera costruttiva tra culture differenti
che, nelle epoche storiche, i diversi popoli hanno saputo accogliere
consentendo il progresso sociale.
L’iniziativa rappresenta pertanto l’occasione
per fare il punto sulla situazione e analizzare le responsabilità per gli
errori commessi (il riferimento è allo schiavismo ed allo sfruttamento degli
esseri umani, con il conseguente impoverimento di territori colonizzati). Sarà
interessante soffermarsi sui concetti di Carità (educativa, materiale, sociale)
e di Eguaglianza (tutela dei Diritti sotto il profilo dei doveri e dei compiti
che le istituzioni devono tornare ad assumere nel momento formativo della
coscienza civica), ma anche sulla centralità dell’uomo inteso nella sua unicità
e dignità.
Il Concetto di Accoglienza
rappresenta a sintesi per un rinato slancio nella formazione civica del
cittadino e di difesa di valori cristiani di chi afferma di credere in Dio. Individuare e
rendersi protagonisti di una inversione di tendenza, specialmente innanzi alle
ingannevoli forme di razzismo sempre più
frequentemente espresse dai social media.
In questa prospettiva occorre un
impegno teso a favorire il ruolo di ogni persona nella Comunità, proprio perché
il termine "persona" comprende sempre relazione, inclusione, dignità,
libertà. La Comunità tutta cresce perciò quando il singolo comincia ad
accogliere , attraverso l’ascolto degli altri e delle esigenze di gruppi
operanti sul territorio, ma anche e soprattutto attraverso l’integrazione con
coloro i quali non fanno parte della Comunità o ne vengono esclusi.
La figura di Benedetto il Moro, santo siciliano figlio di schiavi
africani condotti in catene proprio in questo territorio e nato libero per
volere di un ricco possidente “proprietario” dei suoi genitori, è sicuramente
una figura rivoluzionaria che consente di analizzare da vicino il tema
dell’accoglienza e dell’integrazione in una sicilia identitariamente varia e al
contempo unica, che è stata plasmata da popoli e culture diverse. Benedetto,che
ha perdonato chi lo offendeva, che è stato guardiano e accolgiente con i
poveri, l’uomo analfabeta e sapiente, libero e mite, incaricato di ruoli
importanti nelle comunità religiose nelle quali ha vissuto ma anche visto come
un umile servitore, rappresenta un esempio attuale che contrasta pregiudizi e
razzismi ancora forti nella nostra epoca.
Vogliamo perciò rintracciare spunti di riflessione ed
occasioni di crescita, partendo proprio da San Benedetto “il Moro”, dalla sua
immagine gioiosa e carica di espressività, dalla sua mitezza che accoglie,
dalla sua semplicità che meraviglia, dal suo senso di rispetto per il creato e
per il prossimo. Prendiamo spunto da questo uomo siciliano di colore che
l’iconografia tradizionale ci rappresenta povero mentre accoglie il primo dei
non accolti, quel “Bambinello” che è nato tra gli ultimi, in una stalla di
Betlemme perché ..”non c'era posto nell'alloggio.” (Lc.2.
7/b)
Fonte: Blog Acquedolci Politica
Nessun commento:
Posta un commento